Tra le meraviglie fiabesche di Sintra

Oggi vi parlo di un bellissimo viaggio in una Lisbona incantevole e ammaliatrice. Lisbona è veramente una capitale bella e a misura d’uomo. Diventa facile innamorarsene ed avere voglia di viverci per l’atmosfera gioiosa ed educata che ci si trova ad assaporare.

I dintorni di Lisbona non sono da meno e, infatti, oggi vi voglio parlare della nostra gita fuori porta tra le meraviglie fiabesche di Sintra. Situata ad appena 30 km dalla capitale, la cittadina portoghese rappresenta una delle tappe irrinunciabili in un soggiorno in Portogallo. Dalla stazione Rossio di Lisbona abbiamo cosi preso uno dei tanti treni che partono ogni 20 minuti e in meno di 40 minuti eravamo già arrivati tra le colline ricoperte di foreste del Parque Natural de Sintra-Cascais. Questo parco nazionale comprende le ripide colline di Sintra e le lussureggianti foreste che conducono verso la spettacolare costa, 12 km ad ovest. Queste colline sono la base di molte delle attività della regione, che comprendono sentieri per escursionisti, impegnativi percorsi ciclabili e alcune delle migliori rocce per alpinismo del Portogallo.
Il fresco clima collinare attirò in passato la nobiltà e l’élite del Portogallo, che vi fece costruire sontuosi palazzi, residenze stravaganti e giardini decorativi, attrazioni che fanno di Sintra un concentrato di storia, natura ed arte; non a caso il suo Paesaggio Culturale è stato inserito nel 1995 tra i beni patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

La città di Sintra è il più grande esempio europeo dello stravagante e colorato stile architettonico romantico.
Hans Christian Andersen la definì “il posto più bello del Portogallo”, mentre il poeta tragico inglese Lord Byron “Childe Harolde’s Pilgrimage” la soprannominò il “giardino dell’Eden” (“Cintra’s glorious Eden intervenes in variegated maze of mount and glen”).

Decidiamo di iniziare il nostro percorso dal cuore del centro cittadino di Sintra, dove graziose vie acciottolate cinte da case tradizionali, negozi e bar si raccolgono intorno al Palacio Nacional. Il palazzo, complesso di varie costruzioni in forme gotico-moresche, fu eretto nel XIV secolo da Giovanni I del Portogallo e fu la residenza preferita della nobiltà portoghese tra il XV e il XIX secolo. La caratteristica esterna più particolare del palazzo sono i due enormi camini che salgono dalle cucine, mentre all’interno le varie sale riflettono la lunga storia del palazzo.

Sintra

Palacio Nacional Sintra

Proseguiamo il percorso fino al Palacio Pena. Il nome significa Palazzo delle Piume, un nome adatto per un palazzo così fiammeggiante e fiabesco, un meraviglioso mix di diversi stili ed influenze che spaziano dal nordafricano al gotico medievale, forse una delle migliori attrazioni turistiche della regione di Lisbona.
Leggero e colorato, il palazzo è stato commissionato nel 1842 dal re Ferdinando II, che incentivava le arti, la letteratura e la musica e che, meravigliato dalla la splendida vista che si godeva dallo sperone roccioso, volle costruirvi un castello per rivaleggiare con il castello di Neuschwanstein in Baviera. La sua unica indicazione fu che il palazzo doveva rappresentare la scena di un’opera lirica. Il compito di creare la magia del palazzo delle Piume fu lasciato al barone Wilhelm Ludwig von Eschwege.
L’esterno è dipinto e ricoperto di mattonelle dai colori vivaci, mentre statue di creature mitologiche decorano le mura.

Palacio Pena

Palazzo Pena Sintra

Se l’esterno è bizzarro l’interno non è da meno, un tripudio di eleganza mista a elementi esotici e accostamenti inusuali. Gli arredi originali sono stati restaurati per essere riportato a come apparivano nel 1910, quando la regina Amélia trascorse la sua ultima notte in Portogallo prima di fuggire in Brasile a seguito della rivoluzione.
Tra gli ambienti più famosi la Sala delle Gazze, che deve il suo nome ai 136 uccelli dipinti sul tetto. Come molti elementi del palazzo, anche la storia di questa sala affonda le radici in verità mista a leggenda. Si racconta infatti che il re João I ,sorpreso dalla moglie mentre si accompagnava ad una dama di corte, per niente pentito della cosa esclamò “Lo faccio a fin di bene” (por bem in portoghese). Da quel momento le altre dame di corte cominciarono a ripetere in continuazione questa frase. Il re infastidito da questo comportamento fece dipingere le gazze come simbolo delle dame pettegole, e nel becco fece dipingere della carte con su scritto le parole por bem. Dalle gazze si passa ai cigni dipinti sul soffitto della Sala dei Cigni, dove un tempo si svolgevano i banchetti e ancora oggi è utilizzata per feste ufficiali.
Circondano il Palazzo Pena 200 ettari di passeggiate alberate con alberi evocative degli ideali romantici e che portano a laghetti, grotte, statue, labirinti, templi, e fantastici punti panoramici. Anche il parco come il palazzo esibisce un raffinato gusto esotico con alberi provenienti da ogni angolo del mondo.

In attesa del prossimo appuntamento vi lascio con le parole di José Saramago tratte da Viaggio in Portogallo:

“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, veder di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove prima pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui posti già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”